“La tipografia della Libertà” Stampa Clandestina a Maniago – Luglio/Novembre 1944
Il giorno 4 aprile 2016 le classi quinte dell’istituto hanno assistito alla conferenza su “La tipografia della Libertà” Stampa Clandestina a Maniago – Luglio – Novembre 1944, tenuta dallo storico Dino Barattin, che incontrando durante una commemorazione del 25 Aprile il tipografo Giuseppe Antonini, “Bepi”, ha scoperto l’esistenza di questa gloriosa stagione a Maniago, quando la tipografia Mazzoli, con l’allora titolare Aldo , si prestò a stampare alcuni giornali clandestinamente, a rischio della vita del titolare e dell’allora impiegato Antonini.
I giornali in questione recavano le seguenti testate:
L’ARATRO E IL MARTELLO, Il GARIBALDINO, LA BATTAGLIA
e venivano consegnati tramite le staffette, spesso donne, ai contingenti partigiani che si trovavano in regione. Ovviamente tutte queste testate incitavano alla lotta armata contro l’occupazione nazista.
Oltre alla presentazione storica molto precisa operata da Dino Barattin, gli allievi hanno potuto seguire un DVD che presentava le interviste anche al figlio del titolare Mazzoli e al sig. Milanese, memoria storica di quanto successo a Maniago negli anni 1943 – 1945.
Interessante è stata poi la testimonianza del tipografo Bepi Antonini , che allora era un giovanotto di 21 anni, e che rischiava la vita quotidianamente per stampare quei fogli, in un ‘epoca dove non esisteva il digitale e bisognava comporre a mano tutto il testo attraverso l’uso dei caratteri mobili.
L’incontro è stato aperto dai saluti del Dirigente Scolastico, prof. Piervincenzo Di Terlizzi, e dalla prof.ssa Rosa Amalia Lauricella ,che ha presentato l’attività dello studioso Barattin che si è cimentato in ricerche sulla storia risorgimentale e sulla storia contemporanea del Friuli.
L’insegnante ha ringraziato il comune di Maniago che ha permesso questo incontro attraverso l’assessore alla cultura Anna Olivetto .
Lo stesso incontro si è concluso con i saluti dell’Assessore Cristina Querin, che ha ricordato cosa sia stata la liberazione per i giovani dell’epoca.
Infine Dino Barattin ha chiesto al sig. Antonini: “Ma, Bepi, ti sentivi un eroe?”
La risposta di Antonini è stata semplice e disarmante: “Non mi sento un eroe sono una persona comune, quando è stato il momento ho fatto quello che dovevo fare. Gli eroi sono quelli che vanno al fronte e fanno cose così. Questa era una cosa fatta di nascosto, la paura c’era, ma non mi sento un eroe per quella. Quando è finito tutto mi sono detto: “Fatta anche questa”. E basta là.